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ChatGPT e le macchine segneranno la nostra fine?

Da quando le nuove tecnologie hanno cominciato a modificare le nostre vite, cioè in Inghilterra nella seconda metà del Settecento, nell’opinione pubblica si sono diffusi alcuni atteggiamenti apocalittici basati su idee di questo tipo;

1. Queste innovazioni fanno male. Tipo i treni della metà dell’800 che andavano a 40 km all’ora, facevano venire il mal d’orecchi!

2. Le macchine sostituiranno le persone.

3. Si perderanno posti di lavoro.

4. E’ ormai la tecnica che domina le persone e non viceversa.

Tutte queste previsioni catastrofiche sono state sempre smentite.

Certamente le macchine hanno sostituito le persone, ma dando a queste ultime la possibilità spesso di fare lavori più creativi e meno ripetitivi.

Si sono certamente persi posti di lavoro, ma sempre alla lunga sono stati compensati ampiamente con nuovi tipi di lavoro.

Di fatto tutte le nuove tecnologie hanno bisogno di essere regolamentate. Ma tutte, compresa la bomba atomica, hanno fatto più bene che male all’umanità- Quest’ultima, ad esempio, ha finora evitato carneficine mondiali come la Prima e la Seconda guerra mondiale.

All’apparire dei large language models (LLM) come ChatGPT4 si sono sentite le stesse sirene.

Anziani esperti come Hinton che gridano alla fine del genere umano.

Migliaia di articoli che affermano che ChatGPT prenderà il posto delle persone e distruggerà l’umanità.

La fine del lavoro.

Eccetera.

Per capire un po’ che cosa sta succedendo vale la pena prima di tutto comprendere che cosa è ChatGPT. E’ una rete neurale addestrata su enormi quantità di dati a prevedere la parola successiva su base statistica. Questo dà la sensazione a chi dialoga con lei che stia effettivamente pensando. In realtà è solo un enorme pappagallo statistico.

Questo non significa che non possa essere usata in modo malevolo. Né che in effetti possa aiutarci a compiere lavori intellettuali ripetitivi e meccanici, cambiando il mondo del lavoro. E certamente, come ogni nuova tecnologia, dobbiamo regolamentarne l’uso. I cambiamenti, comunque, come sempre, saranno molto lenti.

Per capire qualcosa di più consiglio il libro di Melanie Mitchell, Intelligenza artificiale, che, anche se uscito prima di ChatGPT4 spiega queste cose molto bene.

Vincenzo Fano è docente ordinario di Logica e Filosofia della Scienza presso il corso di laurea magistrale in Filosofia dell’Informazione. Teorie e Gestione della Conoscenza dell’Università degli studi di Urbino Carlo Bo.

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