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Lo scontro tra Oppenheimer e Trump: realtà e finzione

Il film di Nolan è basato soprattutto sull’ampia biografia di Bird e e Scherwin.

Per capire la differenza fra il libro e il film prendiamo una delle scene clou del film, cioè il dialogo di Oppenheimer con Truman. La sostanza è fedele, ma la forma cambia. All’inizio dell’incontro lo spettatore ha la sensazione che Truman sia uno sciocco. In realtà questa fu la sensazione di Oppenheimer quando il Presidente gli dice che la Russia non avrà MAI la bomba. Lo scienziato allora diventa molto nervoso. Il Presidente sostiene che prima vuole stabilire la politica interna della bomba e poi quella internazionale.

Oppenheimer, che aveva abbracciato le idee di Bohr e provato a usare il suo potere per implementarle, vorrebbe il contrario, cioè un accordo con l’URSS subito per non fare bombe. Il Presidente si oppone e allora Oppie sempre più nervoso dice la famosa frase che si sente le mani sporche di sangue. Truman prima tira fuori il fazzoletto e glielo porge poi con fare sarcastico dice che ai morti giapponesi non frega nulla di chi ha costruito la bomba, ma gli interessa chi la ha sganciata, cioè lui. Dopo di che chiude il colloquio e mentre il fisico se ne va mormora “non fatemi più vedere quel piagnone”.

Non è fedele, ma esprime bene il rapporto fallimentare fra Oppenheimer e Truman. Di fatto non si sa come abbia reagito il Presidente alle mani sporche di sangue e mentre Oppie usciva il Presidente disse che lui aveva le mani sporche di sangue, non Oppenheimer. Molto dopo dirà anche che è un piagnone.

In generale il libro è molto ben documentato, un po’ prolisso, scritto da giornalisti e non da studiosi, più interessati alla personalità di Oppenheimer che alla storia della fisica e della tecnologia. Molto scorrevole e appassionante.

Abbiamo parlato di Oppenheimer anche qui.

Vincenzo Fano è docente ordinario di Logica e Filosofia della Scienza presso il corso di laurea magistrale in Filosofia dell’Informazione. Teorie e Gestione della Conoscenza dell’Università degli studi di Urbino Carlo Bo.

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