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La corsa con Hilbert e il perielio di Mercurio

Questo articolo è l’ottavo e ultimo episodio di una serie dedicata alla figura di Einstein e agli anni compresi tra la nascita della relatività speciale e generale, anni fondamentali per la scienza e la filosofia del ventesimo secolo (e non solo).

Einstein con la sua nuova teoria voleva spiegare anche la strana anomalia del perielio di Mercurio. Il perielio di un pianeta che gira attorno al Sole è il punto più vicino al Sole della sua orbita. Ogni pianeta girando attorno al sole ogni anno, pur restando nello stesso piano, sposta leggermente la sua orbita. Questo fa sì che il punto più vicino al Sole – il perielio – percorre una curva, fino a tornare al punto di partenza. Questo fenomeno si chiama “precessione del perielio”.

Questo fenomeno è dovuto soprattutto a effetti gravitazionali causati dagli altri pianeti del sistema solare. Facendo i calcoli, però si era scoperto che la precessione del perielio di Mercurio, che è quella più rapida, è significativamente maggiore di quella prevista dalla fisica newtoniana.

Einstein vuole rendere conto di questa anomalia con la sua nuova teoria. Si rende conto che la teoria dell’Entwurf vale solo per alcune trasformazioni di coordinate. Toglie questi vincoli e scopre che riesce a rendere conto dell’anomalia del perielio di Mercurio. Siamo nell’autunno del 1915 e Einstein manda a Berlino alla Real Accademia di Prussia gli articoli che mano a mano sta scrivendo. Ma il grande Hilbert, matematico di ben altre capacità rispetto ad Einstein, si mette a lavorare sullo stesso problema e addirittura secondo alcuni avrebbe trovato le equazioni di Einstein corrette prima di Einstein. Il punto importante è comunque che Hilbert non aveva fatto il lungo percorso di chiarificazione fisica che sta dietro il risultato di Einstein.

La relatività generale è una delle più grandiose opere dell’intelligenza umana. Continuamente controllata empiricamente viene sempre confermata. Anche la recente rilevazione delle onde gravitazionali da parte di Ligo e Virgo, che ha aperto una nuova finestra sul cosmo, è stata resa possibile da questa teoria. Non solo, tutti i dati hanno sempre dato ragione ad Einstein. Chapeau!

Potete trovare il primo articolo di questa serie qui.

Vincenzo Fano è docente ordinario di Logica e Filosofia della Scienza presso il corso di laurea magistrale in Filosofia dell’Informazione. Teorie e Gestione della Conoscenza dell’Università degli studi di Urbino Carlo Bo.

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