Il grande Max Weber diceva che “causa” nelle scienze storiche equivale a “condizione necessaria”.
Proviamo a usare questo strumento concettuale per chiarire almeno in parte la tragica situazione israelo-palestinese.
Giustamente in un bell’articolo l’Economist sottolinea che il terribile e indiscriminato attacco di Hamas è un chiaro segno del fallimento di alcuni aspetti importanti della politica di Netanyahu. Netanyahu ha giocato a dividi et impera fra Hamas e Fatah, ma questo ha indebolito la seconda e agguerrito la prima. Ha cercato accordi con gli arabi disinteressandosi dei palestinesi, che si sono sentiti chiusi nell’angolo. Ha creduto che dai palestinesi non venisse più alcun pericolo, dopo aver sedato l’intifada e per questo l’intelligence israeliano è stato beffato.
Si può allora dire che il tragico attacco di Hamas è colpa di Netanyahu. No, perché la politica errata del primo Ministro non è stata condizione necessaria dell’attacco. Fa parte dello statuto di Hamas distruggere Israele. Forse una politica più ragionevole avrebbe potuto evitare quello che è successo, ma questo è un altro discorso.
Quando si ragiona su questo tipo di eventi, ricordiamoci sempre che il primo responsabile di un evento è chi lo compie. Sono i terroristi di Hamas che hanno decapitato i neonati e quindi loro sono i primi colpevoli. Poi certo ognuno agisce in un contesto politico. E in effetti il contesto politico creato dalla politica di Netanyahu forse poteva almeno in parte rendere meno probabile questo attacco, ma questa è una responsabilità politica, non morale.
Dobbiamo condannare i nuovi insediamenti in cisgiordania e tanti altri atteggiamenti degli israeliani nei confronti del popolo palestinese, ma questi non sono la causa degli efferati eventi di questi giorni. Hamas è nata per distruggere Israele e questo atto va in quella tragica direzione. Occorre quindi in questo momento, pur condannando la politica sbagliata di Netanyahu, esprimere la nostra solidarietà a Israele senza se e senza ma.
Vincenzo Fano è docente ordinario di Logica e Filosofia della Scienza presso il corso di laurea magistrale in Filosofia dell’Informazione. Teorie e Gestione della Conoscenza dell’Università degli studi di Urbino Carlo Bo.