Questo articolo è il settimo “episodio” di una serie dedicata alla figura di Einstein e agli anni compresi tra la nascita della relatività speciale e generale, anni fondamentali per la scienza e la filosofia del ventesimo secolo (e non solo).
Rispetto a quello che sappiamo noi oggi Einstein stava commettendo due errori. Ma del senno di poi sono piene le fosse.
In primo luogo lui pensava che nel caso del sistema solare lo spazio-tempo dovesse essere perfettamente piatto, cioè senza curvatura, ovvero euclideo. Invece, anche se piccola la curvatura c’è anche nel caso di campi gravitazionali deboli, come nel nostro sistema solare.
In secondo luogo, Einstein sapeva che quello che doveva trovare avrebbe dovuto essere indipendente dalle coordinate in cui veniva rappresentato, ma non aveva il linguaggio matematico per esprimerlo, per cui usava sempre la rappresentazione con le coordinate.
Doveva essere indipendente, perché lui voleva che nella sua nuova teoria valesse il principio di relatività generalizzato, cioè che la fisica fosse uguale in ogni sistema di riferimento, anche in quelli accelerati.
Per Einstein fu molto importante il cosiddetto “argomento del buco”. immaginiamo che ogni punto dello spaziotempo abbia una sua identità. Applichiamo il principio di relatività generalizzato, ma solo all’interno di una regione chiusa e limitata dello spaziotempo, il cosiddetto buco. Cioè in quel buco rimescoliamo i punti in modo continuo e differenziabile. Lì la fisica non deve cambiare.
Allora succede che nel buco possono capitare traiettorie spaziotemporali anche molto diverse, benché la fisica sia la stessa. Compare cioè una specie di indeterminismo indesiderato che non ha nessun significato fisico. Questo significa che i punti di per sé non possono essere fisicamente importanti. Solo eventi fisicamente rilevanti possono giocare un ruolo. Ma ci voleva ancora del tempo prima che Einstein giungesse alla risposta definitiva.
Potete trovare il primo articolo di questa serie qui.
Vincenzo Fano è docente ordinario di Logica e Filosofia della Scienza presso il corso di laurea magistrale in Filosofia dell’Informazione. Teorie e Gestione della Conoscenza dell’Università degli studi di Urbino Carlo Bo.

