Pubblichiamo qui alcuni estratti di un’intervista a Richard Rhodes, storico dello sviluppo della bomba atomica, pubblicata su Nature e poi comparsa tradotta in italiano su Le Scienze. L’intervista verte sull’ambizioso film del regista Christopher Nolan, Oppenheimer (uscito in Italia il 23 agosto), il fisico teorico statunitense che lavorò allo sviluppo del Progetto Manhattam, programma che in seguito portò alla creazione delle prime armi nucleari al mondo. L’intervista presenta delle riflessioni interessanti sul rapporto tra scienza e politica, e per questo abbiamo ritenuto utile pubblicarne degli estratti qui.
Il film ritrae un Oppenheimer afflitto dal rimorso di aver contribuito alla creazione di queste armi. Lo era?
Sì, e nel film si vede Oppenheimer che va a trovare [l’allora presidente statunitense Harry] Truman e gli dice che ha le mani sporche di sangue. Oppenheimer era allo stesso tempo pentito e orgoglioso. Capiva che si trattava di una cosa terribile.
Ora, vorrei sottolineare un aspetto che non è stato menzionato nel film: i funzionari di Los Alamos pensavano che gli abitanti di Hiroshima e Nagasaki si sarebbero trovati nei loro rifugi antiaerei quando le bombe sarebbero state sganciate. Le loro stime sul numero di morti erano molto più basse di quelle reali. Il motivo per cui lo pensavano è che i giapponesi andavano sempre nei rifugi antiaerei quando sentivano una flotta di aerei B-29 in arrivo. Ma quando c’erano solo uno o due B-29 (come quando sono state sganciate le bombe atomiche), pensavano che gli aerei fossero lì per controllare le condizioni meteorologiche. Non sono andati nei rifugi e quindi la tempesta di fuoco che ne è seguita ha ucciso molte più persone di quelle che sarebbero morte altrimenti.
Kai Bird, coautore del libro da cui è stato tratto il film, ha scritto sul “New York Times” che la vera tragedia di Oppenheimer è stata che la revoca della sua autorizzazione di sicurezza “ha inviato un monito a tutti gli scienziati a non calcare l’arena politica”. Ritiene che questo messaggio venga recepito nel film?
Questo è il messaggio, e sono sicuro che era intenzionale. (…) Oppenheimer pensava che questa potentissima arma all’idrogeno (arma ancora più potente della atomica, alla cui creazione Oppenheimer si era opposto, N.d.R.) con il suo potenziale di megatoni su megatoni, fosse una farsa, poiché non c’era alcun obiettivo militare legittimo per un’arma del genere. Era fondamentalmente e puramente un’arma di distruzione di massa. Quindi, l’aeronautica voleva toglierlo di mezzo [per svilupparla], e fu una parte significativa del tentativo di distruggere Oppenheimer.
Pensa che il pubblico uscirà dal film con una maggiore o minore fiducia negli scienziati?
Penso che nel film gli scienziati siano chiaramente dei buoni, o almeno la maggior parte di loro. Certo, c’è stato chi, come il [fisico] Ernest Lawrence, si è opposto alla decisione di Oppenheimer di non sviluppare la bomba all’idrogeno. Ma gli scienziati ne escono bene, il che è un risultato notevole se si pensa a quello a cui stavano lavorando.
Ci sono scienziati a cui il film dà poca importanza?
Se c’è qualcosa che mi è mancata, è stata un po’ più di enfasi sulle conclusioni a cui Oppenheimer e il gruppo di Los Alamos giunsero dopo l’arrivo [del fisico] Niels Bohr [nel 1943] (…)
Sebbene [la bomba] fosse, senza dubbio, una terribile arma di distruzione di massa, Bohr portò anche la sensazione che questo avrebbe cambiato il mondo in modi essenzialmente promettenti, che quest’arma così distruttiva avrebbe reso possibile anche a un piccolo Stato di proteggersi potenzialmente da un grande Stato in possesso di armi nucleari.
Ci sono anche conseguenze negative in questa strategia di deterrenza?
Ne sono fermamente convinto, ed è un potenziale disastro per l’umanità. C’è uno sviluppo nuovo e davvero sinistro nell’intera faccenda della deterrenza: è iniziato con [la guerra di Kargil nel 1999 tra] India e Pakistan, quando il Pakistan ha capito che con un arsenale nucleare alle spalle poteva condurre una guerra convenzionale senza il rischio di un’escalation nucleare.
(Domani riprenderemo con la serie dedicata ad Einstein. Trovate qui il primo articolo).