Come sappiamo, la relatività ristretta di Einstein prevede che ad alte velocità il tempo si dilati. E questo già negli anni Settanta è stato provato sperimentalmente da Hafele e Keating con dei viaggi su aerei attorno alla Terra che portavano orologi atomici di grande precisione.
C’è però un altro tipo di dilatazione temporale, che tuttavia è apparente.
Negli anni Trenta del secolo scorso abbiamo capito che l’universo si espande. E negli anni Novanta che si espande a velocità crescenti.
Questo vuol dire che il segnale di oggetti lontani nello spazio non solo proviene da fenomeni lontani nel tempo, ma, visto che lo spazio si dilata, il tempo dovrebbe sembrare rallentato.
Ed è proprio quello che è stato verificato sperimentalmente per lontanissime quasar.
Insomma spazio e tempo al livello cosmologico sono molto diversi da quelli che incontriamo nella nostra quotidianità.
Leggi l’articolo di Nature qui.
Vincenzo Fano insegna Logica e Filosofia della scienza al corso di laurea magistrale in Filosofia dell’Informazione di Urbino.