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Come capire che se le macchine sono coscienti

In questo bell’articolo, un gruppo di filosofi, scienziati cognitivi e neuropsicologi ha provato a stabilire dei criteri empiricamente fondati e ragionevoli utili per stabilire se un certo comportamento palese sia o meno indice di coscienza.

Gli studiosi si sono basati sulle principali teorie in circolazione della coscienza fenomenica, cioè sui più seri tentativi di comprendere come sia legata la coscienza fenomenica alla biologia.

Questi criteri potrebbero servire per stabilire in che misura un algoritmo potrebbe essere considerato senziente.

Searle disse che senza la materia biologica non ci può essere coscienza, né fenomenica, né di grado superiore. La sua tesi è spesso stata criticata come una indebita presa di posizione a priori. In realtà era motivata da un argomento molto semplice e convincente.

Immagina di essere Aristotele di fronte a una Ferrari. Ad Aristotele è permesso di guidare l’auto, ma non di aprirla per vedere come è fatta. Aristotele è un genio assoluto e in base ai comportamenti dell’auto stabilisce dei modelli per lui ragionevoli su come funziona dentro. Ecco, probabilmente i nostri modelli della coscienza sono assurdi più o meno come quelli che produrrebbe Aristotele, benché ingegnosi. Con quei modelli, Aristotele non riuscirebbe a riprodurre qualcosa che si comporti in modo neanche vagamente simile a come si comporta una Ferrari. Nella stessa situazione siamo noi: senza la materia biologica, che non sappiamo ancora come implementi la coscienza, non possiamo produrre coscienza.

Abbiamo parlato di intelligenza artificiale anche qui e qui.

Vincenzo Fano è docente ordinario di Logica e Filosofia della Scienza presso il corso di laurea magistrale in Filosofia dell’Informazione. Teorie e Gestione della Conoscenza dell’Università degli studi di Urbino Carlo Bo.

 

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